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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
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Francesco lavora il midollino nel laboratorio di riabilitazione per costruire dei cestini
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Direttore+Educativo+Molfetta
Le nostre storie

Direttore del Servizio Educativo del Centro di Molfetta

Nicola Anzelmo racconta il ruolo della formazione nel suo lavoro

Una formazione di qualità, il tempo per investirci, il riconoscere che la crescita di uno fa crescere tutto il gruppo

Per la Lega del Filo d’Oro la formazione è davvero un investimento.

È ciò che rende possibile – anche nella disabilità più complessa – lavorare per incrementare le abilità presenti in ogni persona.

È stato così per Nicola Anzelmo, da cinque anni Direttore del Servizio Educativo del Centro di Molfetta della Lega del Filo d’Oro, che si è avvicinato come volontario.
«Era il 1998, l’estate dopo il diploma: dovevo scegliere a quale facoltà iscrivermi e partecipai a un soggiorno estivo come volontario» ricorda. «Da quel momento la sordocecità ha dettato tutto il mio percorso».
Anzelmo si iscrive a Scienze dell’Educazione: il primo passo lo ha dettato la passione.

Dopo la laurea, quando entra alla “Lega” come operatore, scopre però un’altra dimensione cruciale, quella della competenza: «Ho avuto l’opportunità di recarmi a Osimo e lì ho visto lavorare sul campo alcuni professionisti esperti, che sono diventati dei “pilastri” fondamentali per la mia formazione: da loro ho imparato tantissimo».

Per chi lavora con un’utenza tanto particolare, l’esperienza maturata sul campo deve sempre essere sistematizzata in una cornice teorica e supportata dalla ricerca sperimentale, dalle indicazioni che arrivano dall’ambito internazionale, dall’aggiornamento continuo sui metodi di intervento, sulle strategie di valutazione, sui nuovi ausili.

Non solo: la formazione serve anche per far sì che chiunque lavori alla Lega del Filo d’Oro condivida lo stesso metodo e la stessa passione. Al di là delle tecniche, infatti, contano anche l’atteggiamento, lo sguardo, lo stile: qualcosa che non si può insegnare ma che si può tramandare. Alla Lega del Filo d’Oro anche questo è un valore, perché alle persone la passione arriva prima del metodo.