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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Le nostre storie

Una mamma e un'amica, nonostante la sordocecità

Per i suoi figli Matilde non è solo un esempio, ma anche un'amica

Sono Matilde, abito a Napoli sono sposata e ho tre figli.

Sono diventata ipovedente a 3 anni quando sono stata colpita da una miopia maligna e da qualche anno però sono diventata anche parzialmente sorda: mi sono adattata alla cecità ma perdere l’udito per me è stato molto difficile.

I miei figli sono stati da sempre i miei puntelli. Quando ero ipovedente non è stato semplice fare la mamma ma alla fine tutto è andato bene!

Quando però sono diventata completamente cieca ho avuto enormi disagi, non tanto per la gestione della vita familiare, quanto piuttosto per le incomprensioni scaturite con la società intorno a noi che spesso non capisce realmente quello che avviene nelle famiglie che hanno persone con disabilità.

Dona ora

Con il tuo aiuto, possiamo fare ancora molto per tante persone con sordocecità.

Grazie a te potranno andare oltre il buio e il silenzio.

Attraverso donazioni ricorrenti, riusciamo a garantire servizi, assistenza e aiuti a un numero sempre maggiore di persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale e alle loro famiglie.

Ad esempio, mia figlia in quel momento di grande cambiamento per me ha avuto un forte crollo psicologico e i suoi professori pensavano che lei usasse i miei problemi come alibi a scuola. Spesso, sempre nella scuola dei miei figli, non sono stata supportata nel mio diritto di partecipazione alle riunioni: paradossalmente una persona sordocieca viene vista diversamente rispetto, ad esempio, ad una persona con disabilità motoria. Nelle scuole andrebbero incrementati i supporti come la LIS e la LIS tattile per permettere alle mamme disabili di partecipare attivamente alla vita scolastica dei propri figli.

Oggi, comunque, mia figlia Paola è una studentessa universitaria, mi accompagna a fare shopping, mi aiuta con gli abiti, mi abbina i colori e mi sceglie le scarpe giuste. Marco invece è studente universitario, mi fa ridere anche quando non ne ho alcuna voglia e mi capisce sempre al volo. Gabriele, il più piccolo, sin da piccolissimo ha imparato a spostare i suoi giocattoli quando passavo per non farmi cadere.

Quando sono rimasta incinta di Gabriele ero infatti già completamente cieca, di lui non conosco neanche il volto ma nel momento del parto ho avuto la sensazione netta di vederlo. Questa gravidanza a 47 anni avrebbe dovuto essere gemellare; ma poche settimane prima del parto uno dei due bimbi è morto. Si è trattato di una gravidanza abbastanza faticosa; sia i medici che parenti mi consigliavano di arrendermi, perché la gravidanza avrebbe potuto causarmi una trombosi e persino la morte.

Ma sono andata avanti, anche grazie a Paola, ed oggi siamo una bellissima famiglia!

Grazie a te potranno andare oltre il buio e il silenzio.