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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme.
Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
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Nessuno resta indietro, tutti hanno una storia di rinascita da raccontare.
26
gennaio
2021

Insieme, oltre il buio, il silenzio e la pandemia.

Il Presidente Rossano Bartoli seduto alla sua scrivania nel suo ufficio.

Riportando l’orologio indietro di un anno, nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che di lì a poco sarebbe successo. La pandemia ha colto tutti impreparati, ci ha messo di fronte ostacoli e problematiche nuove da affrontare, oltre alle barriere del buio e del silenzio che la Lega del Filo d’Oro cerca di superare ogni giorno.

Si riparte con la consapevolezza di aver affrontato le difficoltà con coraggio, coesione e quella capacità di sapersi adattare alle diverse situazioni, a prescindere dalla loro complessità. Se siamo ancora in piedi, è solo grazie a tutti quelli che, con noi, hanno fatto cose stra-ordinarie per far sentire il meno possibile, alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, quel “doppio isolamento” così difficile da accettare prima e da aggirare poi.

Il grazie del Presidente Rossano Bartoli: “Al termine di un anno particolarmente difficile, voglio ringraziare sentitamente tutto il personale della Lega del Filo d’Oro per gli sforzi straordinari che ha fatto; i volontari che hanno saputo reinventare in modalità nuove il loro “stare accanto”; i familiari che ci hanno rinnovato la loro fiducia, pur nella sofferenza di non poter far visita ai loro cari o nella fatica di aver dovuto sopperire alla chiusura dei servizi con straordinaria resilienza; e i tanti sostenitori che hanno manifestato una vicinanza concreta. L’auspicio [...] è che la pandemia cessi presto, consentendoci di ritornare a una normalità fatta di contatto e vicinanza, parole che per noi più che per altri hanno un significato molto importante”.