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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Primo piano di Leonardo, bambino con sindrome di Charge, protagonista dello spot per la campagna della donazioni regolari
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60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme.
Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
Le nostre storie
Nessuno resta indietro, tutti hanno una storia di rinascita da raccontare.
La piccola Sveva, bambina con sindrome di Charge, prende una pallina di stoffa colorata dalle mani del papà
Le nostre storie

Un sorriso al domani nonostante la sindrome di Charge

Sveva ha la sindrome di Charge, quando è nata respirava a malapena e la sua vita era appesa a un filo. Ora è felice e ogni giorno porta una conquista!

Sveva è bella, bella come certi fiori che crescono sui sentieri di montagna meno conosciuti.

E sembrava irraggiungibile come loro, lanciata in un futuro difficile, dove le parole “Sindrome di Charge” le avevano già tolto l’udito e la possibilità di respirare: alla nascita la fessura nella sua gola era grande appena come uno spillo.

Ma Mascia e Gianluca, mamma e papà di Sveva, hanno scoperto di essere straordinari giardinieri e si sono presi cura di lei nel modo migliore in cui potessero farlo: rivolgendosi alla Lega del Filo d’Oro.

Un bambino su 10 mila ogni anno nasce in Italia con questa sindrome rara che colpisce tanti organi diversi, compresi il cuore e gli occhi. Una sindrome genetica che ti stordisce con una forza inaspettata proprio perché inattesa, perché è difficile proiettare su se stessi e sul figlio tanto atteso una tale previsione.

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Mamma Mascia

Alla nascita faticava a respirare.

Quello che è riuscita a fare in 3 settimane al centro di Osimo, non lo ha fatto in 3 anni.

È stata una svolta!

La Lega del Filo d’Oro accoglie Sveva e la sua équipe inizia a fare quello che sa fare meglio, quello che le famiglie chiamano “Piccolo miracolo” e che in realtà è un rovesciamento del punto di vista con cui viene studiata ogni persona sordocieca e con pluridisabilità psicosensoriale che varca la porta del centro.

Si scoprono quali funzionalità ci sono, quali potrebbero arrivare e ci si mette subito al lavoro.

Qui tutti sanno che alle famiglie non serve un altro sguardo di compatimento: serve un metodo di lavoro.
Serve capire che possibilità offre la differente condizione di ognuno. Serve sapere che non sono e non saranno più soli.

LegadelFilodOro Storia Bambino Sveva+(5)
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Grazie a te potrà continuare il suo viaggio.

Attraverso donazioni ricorrenti, riusciamo a garantire servizi, assistenza e aiuti a un numero sempre maggiore di bambini con sordocecità e disabilità multiple e ai loro genitori nei nostri Centri in tutta Italia.

Ora Sveva sente grazie all’apparecchio, lei che per colpa della sindrome di Charge doveva vivere in un mondo muto e silenzioso, Sveva corre incontro alla mamma e al papà, lei che non avrebbe mai dovuto camminare: e tutto questo è il frutto di un metodo che prende un filo di possibilità residue e lo usa per tessere un futuro differente per i bimbi e gli adulti che arrivano qui.

Mascia ricorda come la figlia ha fatto più passi avanti in tre settimane alla “Lega” che nei tre anni precedenti. Ogni giorno richiede lavoro, impegno e coraggio da parte della famiglia di Sveva, degli operatori che la seguono e non solo: sembra quasi incredibile che una bimba possa avere tutta questa volontà.

Sveva è piccola e la sua storia è ancora tutta da scrivere. Una parola dietro l’altra, una frase dopo l’altra: e potrai essere tu, con il tuo aiuto e la tua generosità, a tenere la sua mano per tracciare insieme un futuro diverso.

Grazie a te potrà continuare il suo viaggio.