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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Primo piano di Leonardo, bambino con sindrome di Charge, protagonista dello spot per la campagna della donazioni regolari
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Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
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Gabriele, un bambino seguito dalla Lega del Filo d'Oro fa attività di fisioterapia con la sua fisioterapista, che lo sorregge in equilibrio sdraiato su una grande palla arancione. Entrambi ridono divertiti.
Le nostre storie

Gabriele, la gioia delle piccole grandi cose dopo la prematurità

Nato con una grave prematurità, Gabriele ha dovuto affrontare tante battaglie: ogni giorno continua il suo percorso di crescita e autonomia.

676 grammi di coraggio: questo è stato Gabriele, bimbo prematuro, alla nascita.

Una nascita avvenuta molto prima del tempo previsto, dopo la quale si è scoperta una sindrome rara.

E dieci sono state le operazioni affrontate solo nel primo anno di vita: una situazione che avrebbe sconfitto chiunque. Ma Gabriele aveva vicino mamma e papà, che non hanno esitato neppure un attimo, che l’hanno sostenuto in ogni istante.

E che hanno avuto l’intuizione di chiamare la Lega del Filo d’Oro, per provare a vedere se lì qualcuno potesse rispondere alla domanda che ogni genitore si pone in queste situazioni “E adesso cosa faccio?” Una risposta è arrivata dalla voce di Patrizia Ceccarani, Direttore Tecnico Scientifico della Lega del Filo d’Oro: un “ci siamo” che ha aperto le porte di un futuro diverso per Gabriele e per la sua famiglia.

Il piccolo Gabriele, bambino utente del Centro di Osimo, dorme in braccio alla mamma
Mamma Maria

I medici mi dicevano che non avrebbe mai visto né sentito.

Ora, anche se le difficoltà ci sono, lo vedo sereno. La sua felicità viene prima di tutto.

Un futuro che è diventato un presente fatto di impegno e lavoro giornaliero, con un progetto totalmente tagliato su misura per il bambino disabile.

E quando è così piccolo, come Gabriele, l’équipe della “Lega” ha la possibilità di andare a scoprire e accentuare ogni residuo sensoriale, di mettere in piedi tanti piccoli Sì che posti uno accanto all’altro possono trasformare una vita. 

Iniziare il trattamento di un bambino sordocieco o pluriminorato psicosensoriale quando è così piccolo significa infatti metterlo più facilmente e rapidamente in grado di comunicare con il mondo esterno. 

Per Gabriele ad esempio è stato pensato un percorso educativo-riabilitativo personalizzato, fatto di stimolazioni sensoriali, visive e tattili, per consentirgli il più possibile di fare esperienze.

Il piccolo Gabriele, bambino utente del Centro di Osimo, esercita le sue capacità tattili con l'educatrice che gli guida le manine su superfici dalla consistenza diversa
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Con il tuo aiuto, possiamo fare ancora molto per Gabriele e la sua famiglia.

Grazie a te potrà continuare il suo viaggio.

Attraverso donazioni ricorrenti, riusciamo a garantire servizi, assistenza e aiuti a un numero sempre maggiore di bambini sordociechi e pluriminorati e ai loro genitori nei nostri centri d'assistenza italiani.

Nonostante il distaccamento della retina subito durante i primi mesi di vita, Gabriele percepisce ancora la luce e il livello cognitivo è buono.

La fisioterapia e la logopedia si sono dimostrate fondamentali nel percorso di questo bimbo prematuro, così come la possibilità di indicare quali sono gli ausili migliori. Anche un seggiolone, in un bambino come Gabriele, può fare la differenza.

Certo, come dice mamma Maria, il sogno è che tutto accada in fretta: ogni risultato ti fa vedere la possibilità che subito dopo ce ne sia un altro. Ma da Gabriele ha imparato anche la gioia delle piccole cose, di quelle che pensava non sarebbero mai arrivate e invece piano piano si mostrano.

Anche la bombola di ossigeno, con cui Gabriele è arrivato al centro di Osimo e dalla quale i genitori pensavano non si sarebbe mai liberato, adesso è solo un ricordo, grazie all’autonomia conquistata qui. Adesso bisogna costruire nuovi ricordi belli, creare nuovi traguardi da raggiungere: e con il tuo aiuto e il tuo sostegno Gabriele ci riuscirà.

Grazie a te potrà continuare il suo viaggio.