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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Sosteniamo le persone sordocieche e con disabilità sensoriale e le loro famiglie.
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Assistiamo, educhiamo, riabilitiamo chi non vede e non sente valorizzandone al massimo le potenzialità.
Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme.
Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Paola Rupili, utente adulta del Centro di Osimo, sorride insieme alla fisioterapista che la affianca in una sessione di idroterapia in piscina
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Renzo Arbore felice in visita alla sede di Napoli riceve in dono da Matilde, sorridente ed emozionata, un colorato gilet realizzato a mano da lei. Accanto ad Arbore è presente anche il Presidente Rossano Bartoli che sorride.
Le nostre storie

Matilde, mamma-guerriera sordocieca che non si arrende

Matilde, sportiva e mamma di tre figli, ha perso vista e udito: eppure si prende cura della sua famiglia e porta avanti la sua vita senza arrendersi mai.

Poter conoscere un figlio solo attraverso un abbraccio, attraverso una carezza su quel viso che si ama tanto, attraverso “gli occhi dell’amore”: è quello che è successo a Matilde, sordocieca, insegnante di judo e madre di tre figli. L’ultimo, Gabriele, è nato quando la miopia maligna che l’aveva resa ipovedente ad appena 3 anni era peggiorata così tanto da lasciarle intorno solo il buio.

Un buio popolato dall’amore dei figli più grandi Paola e Marco, un buio che non è mai stato una barriera per questa donna inarrestabile. Quando nessuno credeva che una madre cieca potesse prendersi cura di un neonato, lei ha dimostrato il contrario, crescendo Gabriele, il piccolo di casa, tra mille attenzioni.

Foto in bianco e nero di Matilde in primo piano, sorridente.
Matilde

Sono diventata sordocieca ma Il mio motto è “Non mi arrendo!”. 

La “Lega” è per tanti come me una “seconda famiglia” che ci sostiene e rende autonomi.

Ma le sfide di Matilde non erano destinate a finire: perché dopo la vista ha iniziato a perdere anche l’udito.

A quel punto ha deciso di rivolgersi alla Lega del Filo d’Oro, che è diventata per lei un’altra famiglia.

Forse non tutti sanno che ogni anno accanto ai tanti bambini che arrivano al centro di Osimo per una valutazione, ci sono anche adulti, colpiti da malattie degenerative che li lasciano sordociechi, oppure anziani reduci da ischemie, incapaci di esprimersi.

Come accade per i più piccoli, anche con gli adulti l’equipe della “Lega”, dopo la diagnosi, inizia a lavorare su un percorso personalizzato, che poi viene portato avanti grazie alle Sedi territoriali, dove operatori e volontari non lasciano mai solo chi ha bisogno di aiuto, magari anche per tutelare i propri diritti.

Foto in bianco e nero di Matilde in primo piano, sorridente.
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Grazie a te potrà continuare il suo viaggio.

Attraverso donazioni ricorrenti, riusciamo a garantire servizi, assistenza e aiuti a un numero sempre maggiore di bambini con sordocecità e disabilità multiple e ai loro genitori nei nostri Centri in tutta Italia.

Matilde nonostante sia ora sordocieca non si arrende: come non si è mai arresa nemmeno nello sport, tanto da diventare istruttrice e campionessa italiana di Judo. Ha imparato la LIS tattile, il Malossi, la dattilologia, per poter comunicare con la sua famiglia e con il mondo esterno: rappresenta un esempio luminoso e straordinario di forza e determinazione, ma anche di inclusione sociale e autodeterminazione, due concetti che nella “Lega” sono fondamentali.

Qui non si permette solo alle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriali di avere gli strumenti per esprimersi: si insegna loro ad avere fiducia in sé e a capire che dentro hanno davvero tanto da dire. Il nome Matilde significa “Colei che combatte con coraggio e con forza” e non poteva essere più indovinato: e il tuo sostegno continuerà a fare la differenza nella sua vita.

Grazie a te potrà continuare il suo viaggio.