
Sono Silvia, mamma di Agnese e Matilda, gemelle di diciotto anni. La loro nascita prematura ha segnato profondamente le nostre vite. Agnese è cresciuta senza particolari difficoltà, mentre Matilda convive con gravi deficit cognitivi, motori e visivi.
Fin dal primo istante, un legame speciale ci ha unito. Ricordo ancora le parole delle infermiere: i monitor di Matilda impazzivano quando entravo nella stanza. E oggi, diciotto anni dopo, il suo sorriso mi accoglie quando la vado a prendere a scuola.
Questo legame profondo è una gioia immensa, ma anche una fonte di sofferenza. Il pensiero di un futuro distacco mi addolora, perché tra noi c'è una forte interdipendenza. Matilda ha bisogno di me, e io di lei. Ho reinventato la mia vita attorno a lei: ogni mia giornata è scandita dalle sue necessità, dalle sue difficoltà, ma anche dai suoi sorrisi e dai suoi progressi, che per me valgono più di qualsiasi altra cosa.

“Silvia, mamma di Matilda
Il distacco è estremamente difficile e penoso, ma se la scelta viene fatta per il bene di nostro figlio — o per il nostro, per non impazzire — allora sarà sempre una scelta giusta.
Le prime esperienze di distacco sono state difficili. I primi centri estivi hanno messo a dura prova Matilda, che ha manifestato il suo disagio in modi diversi, dal rifiuto del cibo alla chiusura totale. E per me, lasciarla, era altrettanto difficile. Il solo pensiero di non averla accanto, di non essere lì per rassicurarla, mi tormentava.
La prova più grande è stata il passaggio alle scuole medie. Con la Lega del Filo d’Oro abbiamo pensato a un percorso di preparazione, ottenendo quattro mesi a Osimo nel Settore Scolare.
Ricordo i giorni prima della partenza: le raccontavo ogni giorno che sarebbe andata a Osimo, che sarebbe stata una prova e che, se non le fosse piaciuto, sarebbe tornata a casa. Le preparavo la valigia con attenzione: vestiti caldi, i suoi CD preferiti, il peluche a cui è tanto affezionata… tutto ciò che potesse farla sentire a casa. Eppure, ogni sera, prima di dormire, Matilda mi guardava con un sorriso dolce, come a volermi trattenere. Io cercavo di convincermi che era la scelta giusta, per lei e per me.
I quattro mesi trascorsi a Osimo sono stati intensi e sofferti.
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Matilda ha vissuto questo periodo come una "prova", un momento di distacco temporaneo. E quando è tornata a casa, il nostro legame si è rafforzato ancora di più.
Ho imparato che il distacco è doloroso, ma a volte necessario. Grazie alla Lega del Filo d’Oro, Matilda ha trovato strumenti per affrontare il mondo con più forza.
Sono ancora tanti i bambini e i ragazzi che hanno bisogno di aiuto.
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