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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Alberto, un utente della Lega del Filo d'Oro, e un'operatrice ridono di gusto insieme.
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Una vista aerea del Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro di Osimo, una nuova grande casa per le persone sordocieche
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Francesco lavora il midollino nel laboratorio di riabilitazione per costruire dei cestini
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Le nostre storie

Vanessa, mamma di Biagio

Alla Lega del Filo d’Oro suo figlio Biagio Luigi ha trovato una seconda casa

C’è una domanda che ancora mi perseguita, cos’è successo davvero al mio bambino? Non saperlo è una spina nel cuore: è lì, fa male e non puoi dimenticartene mai, neanche per un giorno.

È così da quando Luigi è nato, il 27 ottobre 2011. Dopo il parto, abbiamo attraversato l’inferno. Non c’è stato neanche il tempo di gioire: un momento prima ce l’avevo tra le braccia, un attimo dopo era dietro un vetro, in terapia intensiva. E pensare che appena nato era un piccolo gigante, ma dalla prima poppata mi sono accorta che non riusciva a mangiare. «Dobbiamo mettergli il sondino nasogastrico», mi dissero i medici. Ma qualcosa è andato storto e Luigi ha subito danni cerebrali. Per loro non ce l’avrebbe fatta, eppure io non riuscivo a credere di dovergli dire addio. E il cuore di una mamma non sbaglia mai: Luigi è qui con noi, pur con mille difficoltà. Ma lui c’è, ha un futuro davanti.

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E c’è la Lega del Filo d’Oro! Una semplice telefonata, e dopo qualche tempo eccoci tutti insieme, compresa la sorellina, al Centro Diagnostico di Osimo per la prima Diagnosi e Intervento precoce. Luigi aveva 4 anni, era un bambino chiuso in se stesso: non comunicava, rifiutava i contatti fisici, si opponeva alle novità con tutte le sue forze. Durante i primi esami abbiamo ricevuto buone notizie: l’ipovisione e l’ipoacusia sono lievi. Ma nonostante questo, Luigi non era in grado di cogliere gli stimoli esterni, l’ambiente circostante era una minaccia: ecco perché camminava in modo incerto, rigido, proprio aveva paura! E poi Luigi giocava poco per un bambino della sua età, non aveva voglia di fare esperienze: il nuovo è un rischio. Occorreva trovare un varco per raggiungerlo, anche piccolissimo.

Grazie alle bravissime educatrici del Centro Luigi ha avuto una vera e propria trasformazione. Prima faticava a camminare, non mangiava nulla di solido, non comunicava con nessuno. Invece, ha iniziato masticare e a camminare meglio. E poi si relaziona di più con noi, è più partecipe, attivo, quasi un “monello”. Per noi è un’emozione incredibile assistere ai suoi piccoli progressi di ogni giorno e anche lui ride contento quando riesce “a fare da solo”.

Certo la strada è ancora lunga ma Luigi ce la sta mettendo tutta per andare avanti. Oggi Luigi si trova al Centro di Osimo, come fosse in una “scuola a tempo pieno”. Sta imparando tante cose ma l’obiettivo è che possa tornare presto in famiglia ed essere inserito in una scuola della sua Sicilia. Noi non vediamo l’ora e siamo sicuri che finché ci sarà la Lega del Filo d’Oro non ci sentiremo mai soli.

Grazie a te potranno andare oltre il buio e il silenzio.