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Matteo, piccolo utente del Centro Diagnostico, ride in braccio alla sua educatrice che batte le mani e gioca con lui. L'educatrice indossa camice monouso e mascherina chirurgica
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Andrea e Eleonora, due centralinisti della Lega del Filo d'Oro, sono fotografati mentre lavorano. Eleonora ha la cornetta del telefono appoggiata all'orecchio ed è seduta alla scrivania. Andrea sta lavorando al computer. Entrambi guardano verso la fotocamera.
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Le nostre storie

Negli anni settanta mio marito Pasquale scoprì l’esistenza della Lega del filo d’Oro

Ne divenne ammiratore e sostenitore.

Un paesino di montagna negli anni ’50 era una realtà a sé stante: pochi contatti, scarsi collegamenti, miseria, emigrazione, vedove bianche, bambini denutriti e d’inverno esposti al freddo intenso per mancanza di un abbigliamento adeguato. Tuttavia la scuola, la strada e la parrocchia cementavano relazioni di affetto e di solidarietà profonde ed indelebili.

La scuola elementare aveva la sede in un cadente palazzo, freddo e agli occhi dei ragazzi, minaccioso. Tra gli allievi si distingueva Antonio per intelligenza e volontà: apprendeva con facilità e catturava la simpatia di tutti per il garbo e la gentilezza. La malattia di Antonio fu progressiva: dapprima i colori ed i contorni delle figure, poi il volto del maestro e dei compagni, poi il buio.

Persone di buon cuore sopperirono alle misere condizioni della famiglia di Antonio e accompagnarono il ragazzo all’ospedale più vicino dove lo affidarono alle cure di un oculista. La diagnosi fu immediata ed il glaucoma rese il ragazzo del tutto cieco in brevissimo tempo. Antonio continuò a trovare nel suo amico del cuore, Pasquale, tutto l’affetto di cui aveva bisogno anche quando si allontanò dal paese ospite di un istituto per ciechi.

Pasquale gli è stato amico per tutto il tempo che è vissuto: hanno giocato a tresette con un mazzo di carte “segnato”, hanno passeggiato per sentieri e viottoli assaporando la dolcezza dell’amicizia che non distingue tra il vedente ed il cieco, hanno gioito e pianto insieme e sempre gli occhi spenti hanno visto attraverso le parole amiche.

Negli anni settanta Pasquale è diventato mio marito e negli stessi anni lui scoprì l’esistenza della Lega del filo d’Oro. Ne divenne ammiratore e sostenitore. Dopo la sua prematura ed inaspettata morte, ho coltivato e coltivo come eredità preziosa l’amicizia con Antonio ed il semplice gesto di solidarietà verso la Lega del filo d’Oro che egli amò.

 

Signora Vincenzina F.

Un solo sorriso di un bambino sordocieco illuminerà la lunga notte di Pasquale.

Aiutare un bambino disabile oggi per rendere felice un adulto domani è la cosa più bella che si possa fare e quindi non posso che aggiungere che invio un pensiero grato ed un abbraccio a tutti coloro i quali hanno contribuito alla nascita di questa grande struttura, alle Associazioni come la Lega del Filo d’Oro ed a tutti gli amici del mondo che sostengono i bambini in difficoltà.

Solo con un gesto di generosità, di altruismo e di tanto tanto amore si può garantire a questi nostri bambini ciò di cui hanno bisogno per vivere adeguatamente.

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