Francesco, giovane utente del Centro Diurno di Osimo, riceve un bacio affettuoso sulla guancia dalla sua mamma

La metodologia della Lega del Filo d'Oro

Il Ruolo della famiglia

Nel cuore del metodo della Lega del Filo d’Oro le famiglie hanno un posto centrale.

Esse da un lato sono parte integrante del percorso di educazione e riabilitazione dell’utente, dall’altro quando la disabilità è così complessa, hanno bisogno loro stesse di aiuto, sostegno e vicinanza.

Nei centri della “Lega” le famiglie vengono accolte e supportate e possono acquisire le conoscenze e le competenze di gestione e cura della persona con disabilità multipla e far sì che il ritorno nell’ambiente abituale dopo i trattamenti sia più semplice. 

Foto della famiglia di Agostino, bambino con sindrome di Charge seguito a Osimo dalla Lega del Filo d'Oro. Il papà lo tiene in braccio mentre il fratello maggiore e la mamma sorridono al suo fianco

Si parte dal colloquio psicologico, dove si cerca di capire, tra le altre cose, come il nucleo familiare viva l’avere un figlio o un congiunto con grave disabilità.

Si evidenziano così quali sono i punti di forza e le situazioni in cui è necessario dare maggiore supporto.

Al termine del trattamento, laddove i familiari sono stati presenti, si svolge una riunione di chiusura in cui viene illustrato loro il progetto, si mostrano i risultati ottenuti e si fa sì che il programma possa andare avanti attraverso una coordinazione con il servizio territoriale che provvederà anche ad essere presente alla riunione finale presso il Centro di Osimo.

Effettuare una diagnosi non è un punto di arrivo, come si sarebbe portati a credere, ma un punto di partenza educativo, psicologico e sociale in cui la famiglia dell’utente svolge un ruolo delicato e prezioso.